«La nautica è la sintesi perfetta di leadership a livello turistico»

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Lo ha detto il presidente di Confindustria Nautica Saverio Cecchi in occasione della tavola rotonda “Open to qualità”

 

La nautica è un settore strategico per il nostro Paese. Un sistema capace di generare valore grazie alle aziende del territorio. Il settore può contare su due elementi essenziali: l’innovazione, che rappresenta un elemento chiave per il successo e la crescita di ogni impresa; e la sostenibilità per un mondo green e più pulito.

La filiera nautica, nel generare prodotti e servizi di qualità, non contribuisce solo sull’export di beni di lusso come possono essere i superyacht. Il settore incide anche sulla crescita del turismo come dimostrano gli studi dell’Eurispes Sardegna e del Cipnes. Sull’isola si è visto un aumento degli arrivi e delle presenze di turisti desiderosi di una vacanza sempre su misura, generando una spesa di decine di milioni di euro, e un aumento dei ricavi e dei posti di lavoro grazie alle imprese presenti sul territorio.

Industria e turismo sono dunque strettamente legate se si considera questo settore. Un concetto che è stato confermato dal presidente di Confindustria Nautica Saverio Cecchi, invitato alla tavola rotonda “Open to qualità”,

«La Nautica è la sintesi perfetta della capacità di trasformare una leadership industriale in un veicolo di turismo pregiato – ha dichiarato Cecchi. – Siamo il primo esportatore mondiale di unità da diporto Abbiamo il primato assoluto, con il 51% del mercato degli yacht e siamo leader nei battelli pneumatici e negli accessori».

Nel corso del dibattito si sono affrontati diversi temi economici con un occhio di riguardo alla capacità tutta italiana di affermarsi a livello internazionale con brand affermati e con una loro identità ben definita.

«Questo successo dipende dalla capacità dei nostri imprenditori di sintetizzare nelle nostre barche il meglio che le filiere italiane sanno produrre. L’eccellenza produttiva diventa poi un’opportunità turistica per il territorio: ogni 3,8 posti barca si genera 1 occupato nell’indotto turistico, con una media di 71 occupati per ogni approdo turistico. Ancora più interessante la spesa sul territorio del diportista, che secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale di Confindustria Nautica, è il doppio di quella del turista di albergo».

Cecchi ha poi concluso sottolineando come il settore abbia necessità di regole non oppressive: «Confindustria Nautica ha lavorato intensamente per ottenere da questo governo il nuovo Regolamento di attuazione del Codice della nautica e gli altri provvedimenti adottati da MIT e MIMIT (come il titolo professionale semplificato per il noleggio da diporto, riconoscimento della nautica sociale) e attendiamo un ulteriore pacchetto di norme di semplificazione per gli utenti, i porti e le imprese del turismo nautico che abbiamo proposto per il Disegno di legge Blue Economy. Più in generale, bisogna mettere in condizione chi lavora e produce ricchezza di poter lavorare in maniera competitiva rispetto ai principali Paesi concorrenti».

Riccardo Lo Re