Il nostro portacolori si è classificato terzo nella Global solo Challenge che si è conclusa a La Coruña il 17 marzo
Ci ha abituato ad imprese straordinarie. Perché già il solo pronunciare il nome del suo mestiere lo è: “navigatore solitario”. Andrea Mura è certamente un fuoriclasse della vela in solitario e lo ha dimostrato anche nell’ultimo Globo Solo Challenge completando il giro del mondo in 120 giorni e piazzandosi terzo in una delle competizioni più importanti al mondo. L’impresa è partita il 18 novembre scorso a bordo di “Vento di Sardegna” l’Open 50, che quest’anno celebra il suo 24esimo anno di vita, e si è concluso il 17 marzo con l’arrivo a La Coruña alle 13.45. Primo classificato Philippe Delamare e secondo Cole Bauer. Grande la soddisfazione del velista che ha raccontato la sua esperienza sottolineando i momenti più brutti e quelli più belli: «Il momento più brutto – ha spiegato Mura – inizia da prima ancora della partenza con due mesi di lavori forzati per preparare la barca dove il fattore tempo è stato determinante e la barca non è stata preparata come avrei voluto. E poi il viaggio di trasferimento fino a La Coruna è stato difficile a causa delle condizioni meteo avverse e quindi siamo arrivati in ritardo. Umanamente è stato brutto. In navigazione invece i momenti brutti sono stati diversi con i 50 urlanti per ben due mesi. Ma l’avventura più brutta sicuramente l’abbiamo vissuta dopo Capo Horn quando siamo stati travolti da una burrasca trasformata in tempesta con onde di sette metri. Ad un certo punto un frangente ha sollevato Vento di Sardegna e l’ha scagliata nel cavo dell’onda. Abbiamo vissuto momenti di tensione perché in quei casi non puoi fare nulla e ti senti impotente. Miracolosamente Vento di Sardegna è rimasta integra. Il momento più bello sarà quello di riabbracciare la mia famiglia e i miei bimbi e sarà magico rimettere piede a terra e non più con il movimento della barca». Esultanza per l’impresa è arrivata anche della Federazione Italiana Vela: «Questo risultato è frutto di determinazione, abilità e una preparazione impeccabile – commentano dalla FIV – , che hanno permesso a Mura di affrontare e superare le numerose difficoltà incontrate durante il viaggio, dimostrando un’eccezionale capacità di resistenza e spirito di adattamento. Andrea Mura, con la sua ultima impresa, si conferma non solo come un abile navigatore ma anche come fonte di ispirazione per gli appassionati di vela di tutto il mondo, grazie alla sua passione, determinazione e il sorriso che non lo ha mai abbandonato, nemmeno nei momenti più difficili». Durante la competizione, che ha visto partire 16 skipper da Marina Coruña per la stagione 2023/24, molti hanno dovuto ritirarsi a causa di difficoltà tecniche e condizioni meteorologiche avverse, tra cui due disalberamenti e una barca semi-sommersa. Nonostante queste sfide, solo cinque skipper, inclusi Andrea Mura, sono riusciti a completare il giro del mondo senza mai fermarsi. Il 7 febbraio, doppiando Capo Horn, Andrea Mura è entrato a far parte dell’International Association of Cape Horners, un’organizzazione che celebra coloro che hanno superato questa prova estrema. Il suo successo non solo aggiunge un prestigioso risultato al suo già ricco palmares, ma serve anche come tributo a Pasquale de Gregorio, che nel 2001 aveva terminato la Vendée Globe con la stessa imbarcazione.
Davide Mosca
Credit Foto: Andrea Mura e Federazione Italiana Vela