Incremento per il terzo anno consecutivo secondo l’indagine effettuata da Assomarinas su un campione di 35 porti turistici associati di tutta Italia
I servizi portuali turistici italiani hanno registrato un incremento per il terzo anno consecutivo, come risulta dalla indagine effettuata da Assomarinas su un campione di 35 porti turistici associati di tutta Italia. Nonostante le preoccupazioni espresse l’anno scorso dagli operatori per l’aumento dell’inflazione e dei costi energetici, anche quest’anno la crescita media di fatturato si è attestata su un dato medio del 3 percento, che avrebbe potuto essere migliore se il maltempo primaverile non avesse rallentato l’avvio della stagione nautica e se il settore della locazione e del noleggio delle imbarcazioni, che incide sul fatturato dei transiti nei porti turistici, non avesse accusato una riduzione di occupazione nel periodo di agosto a causa delle migliaia di italiani che quest’anno hanno ripreso a volare a lungo raggio per trascorrere le proprie vacanze all’estero. Sul buon andamento della stagione ha inciso anche un positivo andamento del transito di superyacht provenienti dall’estero che sempre più spesso scelgono le destinazioni italiane, soprattutto lungo la rotta Sardegna – Campania – Sicilia, come meta privilegiata, anche grazie agli investimenti compiuti da molti operatori per accogliere unità superiori ai 24 metri.
Il solo dato inferiore alle aspettative è l’andamento della vendita, o cessione a lungo termine, dei posti barca, che evidenzia un incremento modesto per ora, dell’1,4 percento, dovuto probabilmente alla difficoltà dell’utenza a fare programmi di lungo termine e al costo degli interessi bancari. Ciò spinge gli investitori in porti turistici a orientarsi su un modello di business più alberghiero che immobiliare, cioè focalizzato su una gestione di lungo periodo anziché sulla rapida collocazione dei posti barca sul mercato. Anche se la famiglia media italiana deve affrontare situazioni economiche sempre più difficili, l’opinione degli operatori è che la ricerca di vacanze all’aria aperta, il turismo di prossimità derivato dal periodo di Covid e il conseguente “turismo di rivalsa” continueranno, anche nel 2024, a sostenere la richiesta di imbarcazioni, soprattutto usate, e questo contribuisce nei marina e nei cantieri ad alimentare il mercato dei rimessaggi e del refitting. Un cambiamento di paradigma che attualmente favorisce le catene di porti turistici, nazionali e internazionali, che già operano nel mercato, come dimostrato da alcune recenti acquisizioni di porti turistici in fase di riqualificazione e ampliamento.
Arianna Pinton